Morricone e il testo di Nabokov esattamente ricalcato?
Flou, al posto del mistero ambiguo: come un clip rallentato salvato dagli attori. Ambiente teatrale ininfluente. Dov'è il peso (sociale, psicologico) di Shelley Winters? Comicità pesante e poco dramma. Il colore oleografico invece del mistero in bianco nero. Oggettistica invece che ambiente. Però un giusto equilibrio fra erotismo e infanzia. E sulla ragazza Lyne trova, quasi per per incanto, il tono giusto.
La seconda parte è più diluita nei tempi, meno preoccupata di confrontarsi con l'originale: raggiunge una sua dimensione, e questo malgrado le contorsioni fotografiche. Ecco allora il rossetto stemperato sulle labbra di Lolita. Il mito nella polvere. Il "vero" pedofilo, nudo e flaccido, in quel finale efficace, malgrado gli effettacci della distorsione.
Ma non s'era detto che era ingeneroso confrontarsi con l'originale?